sabato 16 marzo 2013

Sicurezza ed efficacia negli Istituti di bellezza

Finalmente regolate caratteristiche tecnico-dinamiche, modalità di esercizio, di applicazione, cautele d’uso per i costruttori in osservanza delle norme di sicurezza europee CENELEC ed italiane CEI
Dopo la legge sul fumo, che ha fatto del nostro Paese un leader indiscusso a livello mondiale, l’Italia diventa ‘precursore’ in Europa  anche nel settore dell’attività di estetista: grazie alla sentenza del TAR di Roma che ha respinto il ricorso di Confestetica con cui si chiedeva l’annullamento del Decreto 110 che contiene le 22 Schede Tecnico Informative che compongono l’elenco delle apparecchiature utilizzabili – per Legge – dalle Estetiste. Schede in cui sono contenute caratteristiche tecnico dinamiche (descrizione apparecchio, meccanismo d’azione); modalità di esercizio, di applicazione e cautele d’uso; norme tecniche da applicare da parte dei costruttori in osservanza alle norme di sicurezza europee CENELEC ed italiane CEI. Schede risultanti dal lavoro ventennale di Ministero dello Sviluppo Economico, Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità con la consulenza del Comitato Elettrotecnico Italiano, dell’INAIL, dei sindacati delle estetiste e delle associazioni di costruttori di apparecchiature per estetica.
“Una regolamentazione che diversi Paesi chiedono di estendere a livello Comunitario – conferma  l’ing. Giorgio d’Emilio del Centro europe di Ricerca e Sviluppo Trattamenti Estetici (CERSTE) - questo, infatti, darebbe la possibilità alle estetiste di potersi muovere professionalmente nei diversi Paesi europei, nonché porrebbe le basi concrete per un controllo a livello europeo delle apparecchiature usate proibendo ed evitando l’ingresso di apparecchi non conformi alle caratteristiche prescritte per l’uso negli Istituti di Bellezza. La sentenza di cui si parla risulta quindi particolarmente significativa per il settore Estetica/Benessere in quanto pone ed impone chiarezza; legittima con decisione un ambito professionale; stabilisce che le estetiste possono avvalersi di apparecchiature sofisticate, simili a quelle utilizzate in Medicina Estetica o Fisiologia, ma dalla potenza più limitata. Azzardando si potrebbe affermare che sia giunto il momento di parlare di ‘fisioestetica’, più che di semplice estetica”.
In Italia sono attive 40mila imprese del benessere, di cui circa 25milasono centri estetici  “che svolgono seriamente questo lavoro – sottolinea Brigida Stomaci, Presidente Nazionale Coordinamento Estetiste CNA – consapevoli che, per ottenere importanti risultati dai trattamenti, è necessaria una conoscenza scientifica e umanistica oltre che tecnico-artistica. Ogni estetista dedica almeno 100 ore l’anno all’aggiornamento perché comprende che la ricerca cosmetologica e tecnologica è in continua evoluzione e, essendo anche un’imprenditrice, sa che questo è l’unico sistema per sopravvivere ad un mercato sempre più aggressivo”. Il futuro della bellezza, dunque, non può che passare attraverso una collaborazione sempre più stretta tra Istituti di bellezza e medicina estetica. Secondo il presidente dell’Isplad Antonino Di Pietro, infatti “Non è un caso che nel prossimo Congresso di Dermatologia dell’ISPLAD (www.isplad.it), che si terrà il 18-20 aprile a Pacengo del Garda, per la prima volta, ci sarà una sessione a cui parteciperanno attivamente anche le estetiste. E tutto ciò rientra nel progetto “Amiche della pelle” ove l’obiettivo è creare una stretta collaborazione tra gli operatori del benessere, visto che il Decreto n. 110 legittima ancora una volta il ruolo dell’estetista vista, sempre più, quale professionista formata, competente, autorizzata per Legge ad utilizzare apparecchiature ad alto contenuto tecnologico e sempre più innovative. Apparecchiature per il cui utilizzo, inoltre, deve seguire Corsi di Specializzazione e Formazione, come imposto dalle medesime Schede”.

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